Democrazia minacciata
Quasi sempre gli uomini, quanto più
autorità hanno,
peggio la usano e più
insolenti diventano.
Niccolò Macchiavelli
di Lino Prenna
Che cosa resta dell'estate politica, seminata di insulti e di minacce da Matteo Salvini? Mario Draghi, pensando agli effetti prodotti sui mercati e sugli assetti europei, ha detto opportunamente di aspettarsi fatti concreti, visto che "le parole in Italia hanno fatto solo danni". Noi pensiamo, con crescente preoccupazione, ai danni istituzionali, che il governo bicolore quotidianamente produce, per ignoranza e arroganza, attraverso una disinvolta e irresponsabile manipolazione delle regole scritte e non scritte, una valutazione sospettosa dell'operato di organi costituzionali, una prassi famelica nelle nomine della dirigenza pubblica, una occupazione spregiudicata degli organismi di garanzia e delle autorità indipendenti…, identificando il sedicente cambiamento e la proclamata "pulizia morale" con un sistema di "generale ripulisti"! Questa prassi è animata da una sorta di giustizialismo egalitario, rivendicato e proclamato in nome degli interessi del popolo e della sua volontà di fare giustizia.
A conclusione del seminario estivo di Terzolas, proposto dalla Rosa Bianca, in collaborazione con la nostra associazione, abbiamo parlato di democrazia minacciata, da questa deriva demagogica, nelle sue stesse strutture fondative che la nostra Carta costituzionale finalizza alla costruzione di una armonica convivenza sociale e al doveroso esercizio della solidarietà politica, sociale ed economica. Non è facile fare opposizione a questo governo, egemonizzato da Salvini, soprattutto perché non c'è opposizione nel Paese e i partiti che ci provano finiscono per rappresentare solo se stessi e vengono considerati oppositori del cambiamento e conservatori di posizioni e di privilegi. In questa configurazione, il Partito democratico risulta il più penalizzato. E tuttavia, tocca a questo partito farsi carico delle ansie e delle speranze di presidio e di rigenerazione della democrazia, ancora diffuse in tanta parte della società civile. L'incontro del 15 settembre scorso, nel quale Matteo Orfini ha provocatoriamente proposto di sciogliere il partito per rifondarlo, aveva come tema La sfida del populismo globale. Noi riteniamo, come abbiamo detto in precedenti occasioni, che la sfida sia la costruzione di un nuovo popolarismo, come rielaborazione delle culture popolari confluite nel progetto originario del partito, ispirata alle suggestioni della teologia del popolo, cara a papa Francesco. Comunque, l'urgenza che il dibattito in corso deve saper cogliere è che si può essere alternativa di governo solo avendo ricostituito il partito, secondo un aggiornato progetto politico, di socialità democratica e popolare. Senza un progetto di partito e di società, a che servono le primarie e il congresso?
TITOLO
di Nome Cognome
Una riga di inizio articolo...
TITOLO
di Nome Cognome
Una riga di inizio articolo...
TITOLO
di Nome Cognome
Una riga di inizio articolo...
TITOLO
di Nome Cognome
Una riga di inizio articolo...
TITOLO
di Nome Cognome
Una riga di inizio articolo...
TITOLO
di Nome Cognome
Una riga di inizio articolo...