Tenere aperte le piccole piazze
Capita, a volte, che all’improvviso finisca la bufera della malasorte,
che si plachi il furore dei venti. Mentre chi ora ha la fortuna dalla sua parte
non l’avrà per sempre. Tutto cambia, tutto si trasforma nella vita.
(Anfitrione)
di Marco Vitale

Milano, 14 giugno 2018

      Gentile D.ssa
      Maria Mezzina

    Cara Maria,

mi ha fatto molto piacere apprendere che Tu continui, in forma diversa, il Tuo prezioso impegno a tenere viva una “agorà” dove possiamo parlare in spirito di verità. Michael Foucault intitolò “Il coraggio della verità” il suo ultimo corso al Collège de France (1984) (pubblicato in Italia da Feltrinelli nel 2011, un libro prezioso) In queste sue affascinanti lezioni Foucault scava a fondo sul concetto greco della “parrēsia”, il diritto-dovere di dire il vero, con il coraggio di assumerne le responsabilità la parrēsia è una delle forme attraverso cui si manifesta l’esistenza di un libero cittadino; senza la parrēsia non può sopravvivere la “polis”, la civile convivenza. Se mi chiedi qual è la mancanza più grave in Italia, non ho dubbi nel rispondere: la mancanza di parrēsia. Tutti, tutti coloro che dominano e manipolano le grandi piazze, dicono il falso o comunque un vero strumentalizzato: dai capoccia politici ai grandi giornali ormai trasformati in partiti politici alla Banca d’Italia. È per questo che tenere aperte le “piccole piazze” dove si possa parlare tra di noi in spirito di verità è qualcosa di molto prezioso, di eroico, di patriottico.

Ti ringrazio cara Maria per quello che hai fatto e che continui a fare. L’Italia non è così brutta come ce la vogliono far credere. Il Mezzogiorno d’Italia non è così brutto come vogliono farci credere. Ovunque donne e uomini coraggiosi lavorano per il riscatto, in spirito di verità. Sono di ritorno da Siracusa dove, al teatro greco, ho assistito, tra l’altro alla mirabile tragedia Eracle di Euripide, forse la più moderna tragedia greca. Mi sono annotato queste parole che Anfitrione (padre di Ercole che tutti danno per morto ma del quale la moglie con i figli rimane in attesa), parole che dedico a Te ed ai Tuoi lettori:

“Figlia mia, forse può anche aprirsi un’altra rotta che ci porti lontano, io e te insieme, dal dolore del presente. Forse mio figlio, tuo marito, può ancora tornare. Ora sta tranquilla, asciuga le lacrime dei bambini, consolali con le tue parole. Racconta loro le tue favole, ingannali con bugie pietose. Capita, a volte, che all’improvviso finisca la bufera della malasorte, che si plachi il furore dei venti. Mentre chi ora ha la fortuna dalla sua parte non l’avrà per sempre. Tutto cambia, tutto si trasforma nella vita. L’uomo migliore è chi non smette mai di sperare. Chi si arrende è un vigliacco”.

Riordinando i miei vecchi scritti ne sono affiorati due che Ti mando perché mi sembrano molto attuali.
Un caro abbraccio.
Marco Vitale

INDIETRO